L’orgoglio arcobaleno si è sempre espresso anche – e soprattutto – attraverso lo stile, e l’industria della moda e i suoi protagonisti hanno reso omaggio più volte alla comunità, in passerella e non solo. Ecco le tappe, e le immagini, più memorabili
Il Pride Month si sta per concludere ufficialmente con le ultime parate e celebrazioni nelle maggiori città italiane e non solo, ma il supporto e la rappresentazione della comunità arcobaleno da parte dell’industria della moda continuano. Anche attraverso, e da parte, della moda: da un punto di vista individuale e collettivo infatti, l’orgoglio LGBTQ+ ha sempre trovato una delle sue espressioni più libere e gioiose nel vestire, veicolo ideale per comunicare con fierezza la propria, unica, identità al mondo. Tuttavia, anche la stessa industria fashion e alcuni dei suoi attori principali hanno ricoperto un ruolo importante per comunità, dai diritti sociali alla rappresentazioni delle infinite possibilità che vanno al di là del binarismo di genere.
Tracciare in maniera definita la storia della moda queer non è semplice, ma possiamo dire che è dal secondo decennio del ‘900 che qualcosa è iniziato, seppur lentamente, a cambiare: innanzitutto dalla narrazione estetica portata avanti dalle donne, che negli anni ‘20 e ’30 introdussero con audacia nel proprio guardaroba alcuni capi chiave dell’abbigliamento maschile, incarnando una nuova estetica androgina e anticipando tutto ciò che oggi viene definito genderless.